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Pedaggi autostradali.
La Provincia chiede l’annullamento degli aumenti e il
risarcimento dei danni a
partire dal 2003
“Dopo il rìgetto del nostro ricorso da parte del
Tar Abruzzo, nel luglio
scorso, – spiega il presidente Ernino D’Agostino
– abbiamo aderito, insieme
alla Regione Abruzzo e alla Comunità Montana del Gran Sasso,
a quello
presentato dalla Regione Lazio. Dopo questa prima vittoria rimane in
piedi
l’azione autonoma che abbiamo avanzato contro Anas e
Società dei Parchi per
l’annullamento degli aumenti tariffari negli anni precedenti
il 2006, a partire
dal 2003, e per il risarcimento dei danni”.
Una sentenza, quella di giovedì scorso del Tar Lazio che,
secondo D’Agostino, è
destinata a fare giurisprudenza in materia di tariffe autostradali.
“D’ora in
poi, aumenti automatici senza nessuna contropartita agli utenti, ai
cittadini
che pagano tasse e tariffe, risulteranno sicuramente meno facili
– commenta – è
stato ristabilito un principio di equità e giustizia mentre
è stato rafforzato
il ruolo di tutela degli enti locali nei confronti delle collettivita
amministrate”.
I giudici del Tar Lazio, nella motivazione della sentenza, fanno
riferimento a
quanto prescritto dalla delibera CIPE 319/96 che ha introdotto il
metodo del
cosiddetto “price cap per la revisione delle tariffe di
pedaggio autostradale”
prevedendo che gli adeguamenti si ancorino
“all’attuazione del programma di
investimenti previsto dal piano finanziario, secondo
l’indicatore di
produttività” .
“Ciò comporta – scrivono i giudici - che
gli adeguamenti annuali della tariffa
non possono essere automatici, ma si giustificano in relazione agli
investimenti che il concessionario effettua (e di cui ha dato
indicazione nel
piano economico-finanziario), essendo volti a garantire la
remunerazione degli
interventi compiuti”. Investimenti non effettuati da Strada
dei Parchi.
Scrivono i giudici: “è agevole rilevare che a
fronte dei lavori di manutenzione
ordinaria e straordinaria e delle nuove opere previste nel piano
finanziario,
risultino invece: la sola progettazione di alcune opere e impianti
(Galleria di
San Rocco, galleria del Gran Sasso, barriere di sicurezza) e non la
loro
realizzazione; la mera consegna dei lavori di raddoppio della tratta
Villa
Vomano/Teramo, anziché la realizzazione e
l’imminente completamento; la mera
progettazione definitiva di complanari e della terza corsia nel tratto
barriera
est di Roma, via P. Togliatti e galleria Pittaluga, invece della
esecuzione e
definizione nei tempi previsti”.
Quindi, secondo il Tar, la Società dei Parchi non ha
realizzato quanto previsto
e l’Anas
“ha omesso di svolgere i compiti di vigilanza e controllo
assegnati dalle
disposizioni normative”.
“In attesa dell’udienza di novembre –
conclude il Presidente – stiamo
verificando con gli avvocati le modalità con le quali i
cittadini potranno
chiedere il rimborso delle somme illegittimamente incassate dalla
Società dei
Parchi”.
I ricorsi sono il frutto di un lavoro di concertazione fra gli enti
locali
attraverso un pool di avvocati composto da: Vincenzo Cerulli Irelli e
Paola Di
Salvatore per la Regione Abruzzo; Gennaro Terraciano per la Regione
Lazio;
Antonio Zecchino e Paolo Grassi per la Provincia di Teramo, Paolo
Galassi per
la Comunità Montana del Gran Sasso.
Grande soddisfazione viene espressa anche dal presidente della
Comunità Montana
del Gran Sasso, l’ente che per primo, nel 2004,
avviò la battaglia legale
contro la società autostrade chiedendo l’accesso
agli atti. “Questa vittoria è
la dimostrazione che non eravamo dei visionari – dichiara
Alfredo Di Varano – e
che le società che gestiscono servizi pubblici non possono
farlo al di fuori
delle regole e degli accordi. Adesso ci auguriamo che anche gli aumenti
del passato
vengano dichiarati illegittimi”.
Una curiosità. Piero Marazzo, oggi presidente della Regione
Lazio, si era
occupato di questa vicenda da conduttore di “Mi manda Rai
Tre”. In una puntata
andata in onda due anni fa aveva dato voce alle proteste dei cittadini
di Isola
del Gran Sasso, i quali, dopo gli aumenti, costituirono un apposito
comitato
contro Società dei Parchi.
Brindisi amaro per i pendolari dell’hinterland romano dopo la decisione della società. Appello al presidente Marrazzo
di ANTONIO SBRAGA
Il rincaro salatissimo
segna un
più 5.87% e parte già da domani. Ieri sera il via
libera
dell’Anas. NON resta che pregare in
ginocchio il
presidente della Regione
Marrazzo. Per scongiurare un nuovo amaro calice di Capodanno sull'A24,
dopo i due consecutivi del 2003 e 2004, che hanno fatto mandar
giù
aumenti complessivi del 60 per cento rispetto alle tariffe praticate
sino al dicembre 2002, Cittadinanzattiva richiama in servizio l'ex
telepaladino dei consumatori, Piero Marrazzo, per mobilitare l'attuale
presidente della Regione contro il rincaro del 5.87%, già al
casello da
domani, dopo il via libera dell’Anas, ieri sera.
«Faccio appello
al
presidente Marrazzo perché lui si è
già occupato
del caro-pedaggio
sull'autostrada Roma-L'Aquila quand'era alla conduzione di "Mi Manda
Raitre" - dice il responsabile sublacense, Antonio Lollobrigida - Come
ricorderà, le tariffe aumentarono complessivamente, fra il
2003
e il
2004, del 60% rispetto a quelle praticate nel 2002. Ora la
società
concessionaria fa partire un nuovo aumento dal primo gennaio
perché,
sostiene, pratica le tariffe più basse d'Europa per
un'autostrada di
montagna come l'A-24. Ma per i tre caselli laziali, dove si
può
parlare
al massimo di collina, l'andirivieni quotidiano con Roma costa ai
pendolari 2 euro e 60 da Tivoli, 4 da Castel Madama e 5 da
Vicovaro-Mandela. Ora, con il nuovo aumento ci sarà da
mettersi
le mani
nei capelli. Mi auguro che Marrazzo riprenda la battaglia da presidente
della Regione, anche per individuare forme di abbonamento agevolato per
l'utenza di un comprensorio già oltremodo isolato, come
quello
dei
comuni a rischio-estinzione della Valle dell'Aniene, sprovvisto tra
l'altro di valide alternative viarie per i collegamenti con
Roma».
Nell'ottobre scorso già la Provincia di Roma, di concerto
con la
decima
Comunità Montana, ha convocato un tavolo istituzionale con
"Strada dei
Parchi Spa", la società che gestisce l'A-24 dal 2001. Ma in
quella sede
l'amministratore delegato, Mariano Maccarelli, ha ribadito che la
proposta d'aumento riguarda la «parte restante prevista dal
contratto
di concessione». Adesso invece l’Anas ha fatto
tutto proprio nei
giorni
festivi, in cui tutti pensano ai brindisi. Ma dopo la festa, il
risveglio sarà davvero amaro.
Aumentano i pedaggi ma i livelli di sicurezza non migliorano
lungo
l'autostrada Roma-L'Aquila. I pendolari della Valle dell'Aniene non
fermano la protesta contro il rincaro delle tariffe che, dal primo
gennaio, sono aumentate di quaranta centesimi per il tratto tra i
caselli di Vicovaro-Mandela e Lunghezza, portando il biglietto da 2,10
a 2,50 euro.
Dopo le polemiche dei giorni scorsi, sfociate nel boicottaggio della
Roma-L'Aquila, gli utenti del Sublacense hanno chiesto l'intervento del
presidente della Regione Francesco Storace e dell'assessore ai Lavori
pubblici Giulio Gargano nel tentativo di bloccare gli aumenti attuati
dalla società "Strada dei Parchi". «Se nel giro di
dieci
giorni il problema non sarà risolto congelando i rincari -
annuncia Franco Perozzi, pendolare di Vicovaro - attueremo una nuova
protesta organizzando auto-lumaca tra i caselli di Castelmadama e
Vicovaro-Mandela. E siamo decisi a portare il caso fino in
Parlamento». I pendolari del Sublacense, costretti a recarsi
ogni
giorno a Roma con la macchina per motivi di lavoro, contestano il
caro-pedaggio anche in relazione alla sicurezza. Sotto accusa alcune
gallerie poco illuminate, guardrail non a norma, viadotti in molti casi
senza rete di protezione e pavimentazione da sistemare in diversi
tratti.
«Paghiamo - aggiunge Giacomo Bianchi, di Pisoniano - per un
servizio che non corrisponde alle nostre aspettative». Anche
il
Codacons non risparmia critiche e si aggiunge alla Provincia e ai
sindaci dell’Aniene che chiedono il blocco degli aumenti.
«Bisogna congelare le nuove tariffe - afferma il presidente
dell'associazione dei consumatori Carlo Rienzi -, mettere in sicurezza
l'autostrada e poi, eventualmente, decidere insieme se aumentare il
biglietto». La società, però, non
sembra
intenzionata a tornare sui suoi passi e annuncia interventi per rendere
più sicura l'autostrada. «Abbiamo un piano
d'investimenti
per 600 milioni di euro - fa sapere l'amministratore delegato, Mariano
Maccarelli - che prevede anche il miglioramento della pavimentazione
sull'intera tratta. Ed entro febbraio presenteremo il progetto per
realizzare la terza corsia alle porte Roma, che faremo sicuramente
impiegando 30 mesi per completarla». Intanto l'ente gestore
della
Roma-L'Aquila smentisce le voci sempre più insistenti sui
tagli
del personale.